Si avvicina il debutto di Mare Fuori 4 e l’obiettivo è necessariamente ambizioso: confermare il grande successo della terza stagione della serie ambientata tra i ragazzi dell’Ipm, l’Istituto penale per minorenni ispirato al carcere di Nisida, “diventata – ha detto Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction, aprendo la conferenza stampa negli studi Rai di Napoli – un fenomeno che porta il napoletano fuori da Napoli e dall’Italia fino agli Usa, un caso di studio, una sfida vinta grazie a un cast capace di recitare in modo nuovo“. Mare Fuori 4 debutterà giovedì 1 febbraio 2024 in esclusiva su RaiPlay, dove verranno pubblicati i primi 6 episodi, mentre l’intero box sarà disponibile sulla piattaforma mercoledì 14 febbraio, quando la quarta stagione della serie inizierà ad essere messa in onda in prima serata su Rai Due.
“La quarta stagione di Mare Fuori è ancora più speciale perché guarda oltre le sbarre del carcere e offre una prospettiva a questi ragazzi” ha anticipato il regista Ivan Silvestrini. Attesa, in particolare, l’evoluzione dei personaggi di Carmine ed Edorado, con i loro interpreti, Massimiliano Caiazzo e Matteo Paolillo, fortemente indiziati in merito ad un loro possibile addio alla serie a fine stagione. Tema, quello degli abbandoni e dei nuovi ingressi, messo in risalto da Ivan Silvestrini : “Mare Fuori 4 era una sfida: ero felice della terza, ma avevamo perso dei pilastri della saga. Mi chiedevo se saremmo riusciti a tenere la qualità che ci aspettiamo tutti“. Obiettivo raggiunto, secondo Roberto Sessa, amministratore delegato della casa di produzione della serie, Picomedia (“La quarta stagione è bellissima“), che ha inoltre dato notizia di accordi già siglati con la Rai per una quinta e una sesta stagione, di trattative in corso per un remake Usa e del progetto di un film.
Intanto, si avvicina il momento di scoprire come i ragazzi e le ragazze dell’Ipm affronteranno il mare aperto dei cambiamenti e della crescita personale in questa quarta stagione: Rosa (Maria Esposito: “Il mio personaggio inizia a ragionare con la propria testa e non si fa trasportare“), Carmine (Massimiliano Caiazzo: “Il mio personaggio affronta una fase catartica anche per me. Passa da uno stato emotivo adolescenziale ad uno un po’ più adulto“); Edoardo (Matteo Paolillo: “La quarta stagione parla molto di maturità. I personaggi sono cresciuti ma vogliono anche restare adolescenti”); Cardiotrap (Domenico Cuomo: “Più passa il tempo più cresce la responsabilità per il mio personaggio. Mi sono chiesto come interagire con il pubblico giovane: c’è uno scambio reciproco di amorosi sensi, per instillare la sensazione che ciò che si ha è importante”).
Cambiamenti che sono chiamate ad affrontare anche le ragazze Silvia (Clotilde Esposito), Kubra (Kyshan Wilson), Crazy J (interpretata da Clara Soccini, attesa tra poche settimane sul palco di Sanremo 2024), la new entry Alina (Yeva Sai), e i ragazzi Cucciolo (Francesco Panarella), Micciarella (Giuseppe Pirozzi), Dobermann (Salahudin Tijani Imrana), Milos (Antonio D’Aquino), Mimmo (Alessandro Orrei), il volto storico di Pino ‘o Pazzo (Artem) e quello nuovo di Angelo (Luca Varone). Si rafforza nella quarta stagione di Mare Fuori il ruolo degli adulti: la nuova direttrice dell’Ipm, Sofia Durante (Lucrezia Guidone: “L’anno scorso è stato difficile, visto il personaggio che interpreto. Sul set c’è cura da parte dei giovani, sono ragazzi e ragazze che lavorano con coscienza”), il comandante Massimo Valenti (Carmine Recano), Lino (Antonio de Matteo), Don Salvatore (Gennaro Della Volpe/Raiz), Donna Wanda (Pia Lanciotti), e l’educatore Beppe, interpretato da Vincenzo Ferrera, che nel corso della conferenza stampa ha tagliato netto sul paragone con altre serie e sul rischio emulazione: “Noi siamo certi: chi paragona Mare Fuori a Gomorra non ci ha mai visto”.
Concetto ribadito anche da Massimiliano Caiazzo (“Noi siamo all’interno di un carcere, in una dimensione punitiva per chi sbaglia. Bisogna spiegare l’ombra per arrivare a mostrare la luce“), da Matteo Paolillo (“La serie ha sempre raccontato la lotta tra bene e male. È necessaria un’educazione alla visione, noi raccontiamo la verità, ma non è che guardando la serie si diventi più violenti. Se ti viene voglia di spaccare la testa di uno, il problema è tuo, non della serie”), e da Domenico Cuomo (“La prima volta che ho conosciuto dei ragazzi che erano detenuti è stato molto bello perché ci hanno detto che era orribile stare lì dentro. Io mi chiedo come posso io a 19 anni parlare con queste persone e pensare di poter insegnare qualcosa. Non mi sento in dovere di educare ma solo di rappresentare una generazione nel bene e nel male, di certo non possiamo farci maestri di vita“).