“La storia racconta il dramma di una famiglia, il contesto della camorra è solo qualcosa che spiega da dove è nato questo dramma”. Alessio Lapice parla così di Nato a Casal di Principe, il film di Bruno Oliviero tratto dalla vera storia, che è anche un libro, di Amedeo Letizia, coproduttore del film, che da ragazzo tornò nella sua Casal di Principe, nel casertano, che aveva lasciato per andare a fare l’attore a Roma, per aiutare, seppure a modo suo, la famiglia nella ricerca del fratello scomparso. Presentato a Venezia 74, Nato a Casal di Principe arriva in sala mercoledì 25 aprile con Europictures, e porta in primo piano il dolore delle vittime: come i personaggi veri della triste storia che gli interpreti hanno conosciuto, anche loro, gli attori, da Massimiliano Gallo che è il padre a Donatella Finocchiaro che è la madre, hanno dovuto porsi in maniera diversa rispetto ai loro personaggi. Ce lo racconta nella nostra videointervista che trovate a fine articolo lo stesso Alessio Lapice, consacrato a ruolo di protagonista: napoletano, classe 1991, già visto in varie serie TV come Sotto copertura e Gomorra 2, e al cinema ne Il padre d’Italia mentre lo ritroveremo presto come Romolo ne Il primo re di Matteo Rovere, ci tiene a sottolineare “come i personaggi vivano a metà tra quelli veri e attraverso me e gli altri attori, e questa è stata la nostra ricerca, quella di un binomio tra quello che eravamo noi e loro, cercando di portare qualcosa di noi che poteva nutrire il personaggio: non bastava l’approccio dell’attore ma in questo caso il film richiedeva qualcosa in più”. Emozionante per lui l’incontro con i veri protagonisti della vicenda: “incontrando i veri personaggi di questa storia, la mamma e i fratelli di Amedeo – racconta ancora Alessio Lapice – mi sono reso conto del valore enorme che questa storia ha per loro e ho cercato in tutti i modi di rispettarla, come se mi avessero consegnato uno scrigno prezioso rimasto chiuso per così tanto tempo e non volevo deluderli”.
La storia di Nato a Casal di Principe avviene infatti negli anni Ottanta: Arturo e Teresa non si danno pace per la scomparsa di Paolo (Ivan Silvestri). Non sono camorristi, non appartengono né si oppongono a nessun clan, hanno solo la colpa di essere nati dove la camorra prolifica e mette radici. E se le stai vicino ti si attacca come un virus, e tu non puoi farci nulla. E mentre Teresa prega, prega e prega, e va persino da una chiaroveggente (Lucia Sardo) solo per sentirsi dire che Paolo “tra i morti non c’è”, da Roma, dove ha iniziato a fare qualche fotoromanzo e pure I ragazzi del muretto in TV, torna il figlio maggiore Amedeo che attraverso le sue indagini, armato di fucile e coadiuvato dal cugino Marco (Paolo Marco Caterino che è il vero figlio del vero cugino Marco di Amedeo Letizia), scopre che Paolo è stato portato via in macchina da alcuni uomini incappucciati. Il suo coinvolgimento in questo mistero misto al dolore per la scomparsa del fratello che non sa se è vivo o morto, si trasformerà per lui in una discesa all’inferno. “Volevo che questa storia vera e incredibile lo spettatore la vivesse con gli occhi del protagonista, un ragazzo di vent’anni – spiega il regista Bruno Oliviero – con il personaggio di Amedeo, attraverso questa storia fin troppo vera, mi sono potuto addentrare in territori inesplorati nei film dove c’è la camorra: nello sguardo delle vittime silenziose, di chi vuole ribellarsi e non sa come fare, di chi magari pensa anche di diventare come loro, i camorristi, per trovare giustizia. Questo mi interessava in questo film: la possibilità di un racconto diverso sul vivere in terre di camorra”. Bella notizia: Casal di Principe avrà presto la sua Accademia di recitazione intitolata a Paolo e Leonardo Letizia (Leonardo è il fratello minore, morto anche lui in un incidente mentre guidava proprio l’auto di Paolo) e il direttore sarà proprio Massimiliano Gallo. Ed ora la nostra videointervista ad Alessio Lapice: