Francesco Prencipe è stato l’ultima persona a vedere vivo il giudice Giovanni Mastropaolo che è stato assassinato, e nella casa del delitto ci sono le sue impronte. Ma Francesco Prencipe è un vice questore, e pure il miglior amico di Giovanni, da sempre, sin da ragazzini, anche se non si vedevano da due anni, e per andare da lui quella notte per il tempo di una sola domanda e di una sola risposta, si è fatto due ore di macchina. Eppure la PM Paola Maralfa è sicura che ad ammazzarlo sia stato proprio lui. Anche se a volte, a tratti, la sua ferma convinzione vacilla. E poi lui continua a dichiararsi innocente… Non sono un assassino, in anteprima domenica 28 aprile al Bifest di Bari e poi in sala da martedì 30 aprile, è un thriller cupo diretto da Andrea Zaccariello tratto dal romanzo omonimo di Francesco Caringella: “rispetto al romanzo abbiamo cercato di trovare per ogni personaggio ‘la strada’ di un approfondimento drammaturgico, quindi anche della possibile motivazione per uccidere il giudice e far ricadere la colpa sull’imputato – racconta il regista – persino il meccanismo legal, nel labirinto in cui ci siamo avventurati, ha trovato nuove strade: come un misterioso patto di sangue tra i tre adolescenti che sarà svelato solo nel finale”.
Personaggi che assumono le sembianze perfette – mai forse così combacianti tra i loro ruoli immaginati e le fattezze e le espressioni degli attori chiamati a interpretarli – di Riccardo Scamarcio, attore del momento, su Netflix ne Lo Spietato, sguardo inquieto e cinico, sicuro di sé anche alla sbarra, e quando ripete Non sono un assassino; di Alessio Boni, solo un mese fa in sala in Tutte le mie notti, qui nel ruolo del giudice onesto che fa la guerra alla mafia; di Edoardo Pesce, fresco di David per il suo Simoncino in Dogman, qui è Giorgio, il terzo amico d’infanzia, ora uno stalker buono stremato dalla vita ma soprattutto avvocato di Francesco che lo vuole a tutti i costi nonostante l’alcol e la fissa per Alice (Silvia D’Amico); e di Claudia Gerini, che sta bene ovunque adesso più che mai, da Suburra a Dolceroma e pure in TV a parlare d’amore e altri rimedi, sorprendente nel suo primo ruolo di accusatrice per legge, con quel suo fare misto di curiosità e senso del dovere, e la voce che sembra finirle in gola che deve sforzarsi per terminare le frasi. Nel cast anche Barbara Ronchi, Sarah Felberbaum e Caterina Shulha.
La matassa si intreccia tra depistaggi intenzionali e casuali, motociclette rosse e cactus che non danno fichi, manipolazioni e testimoni, chiavi di cassetti inviolabili che passano di mano e ricordi sovrapposti e falsati, gelosie e rancori, rimpianti e tradimenti, fino al processo il film è quello della vita, che dicono ognuno guardi quando sta per morire. La ricerca della verità si fa ossessiva e contorta, e la verità forse non c’è o magari neanche Francesco riesce a vederla, convinto com’è e come appare della sua innoicenza che forse è vera e forse no. Con il fiato sospeso fino alla fine, Non sono un assassino arriva a guardare dentro ai suoi personaggi e a trovarci fantasmi e demoni. Il male seduce, l’ambizione si fa arroganza, il limite è sottile e se si valica ci si perde. E se di mezzo ci fosse il Diavolo? Le nostre videointerviste a Riccardo Scamarcio, Claudia Gerini, Alessio Boni e Edoardo Pesce: