Un titolo che è già brivido. In effetti Respiri, opera prima di Alfredo Fiorillo, un po’ di ansia te la mette addosso perché ti spiazza, ti intriga e soprattutto non ti fa giungere a una conclusione precisa su ciò che hai visto né capire se ciò che hai visto è davvero così. In sala con Europictures e L’Age d’Or da giovedì 7 giugno, il film racconta di un uomo che, distrutto da una dolorosa perdita, si perde a sua volta nei meandri della sua mente: “Respiri nasce da una domanda semplice – spiega il regista che firma anche il soggetto e la sceneggiatura con Angela Prudenzi – quanto siamo capaci di convivere con il dolore?” La reazione del protagonista a quel dolore affettivamente insopportabile e inaccettabile lo catapulterà in una situazione a dir poco insolita quanto assolutamente inefficace e inutile rispetto ad ogni possibilità di uscirne. Si chiama Francesco ed è magistralmente interpretato da Alessio Boni, candidato ai Nastri d’argento come miglior attore protagonista sia per questo film che per La ragazza nella nebbia: “Francesco viene fuori da un’esperienza devastante e cerca di rintanarsi nella sua casa di famiglia pensando che potrà essere abbracciato dai ricordi – ci racconta Alessio Boni nella nostra videointervista che trovate a fine articolo – e invece è devastante, testimonianza che c’è bisogno degli altri per ritornare in auge in un dolore così perché da soli, quando la psiche va in pappa così, non se ne esce”. Quello che vediamo cambiare umore di punto in bianco, aggirarsi per la grande casa, rimproverare la figlia che non fa altro che scappare, e parlare con qualcuno che “respira” in una stanza fatta di veli e bianche lenzuola non è soltanto il personaggio del film, ma la sua stessa mente: “il tentativo di Alfredo Fiorillo – spiega ancora Alessio Boni – è quello di far entrare lo spettatore in questa follia psicologica dove lui vede allucinazioni, idealizza figure e ricordi, non si capisce bene qual è la realtà, chi è vivo e chi è morto...” Perfetto il ruolo un po’ teatrale di Francesco per un attore che al palcoscenico è più che avvezzo – presto sarà di nuovo a teatro in Don Chisciotte – e al quale in qualche modo non rinuncia neanche in questo caso: “mi sentivo davvero un po’ sul palcoscenico in quella casa vuota che rimbombava e mi sembrava di avere spettatori intorno che di volta in volta erano la bambina, il mio alter ego, il mio medico, la mia infermiera, l’amica…” Coincidenza ha voluto che la casa che fa da teatro a Respiri – una delle due case usate nel film in realtà – è Villa Faccanoni sul lago d’Iseo a Sarnico, nel bergamasco, paese di nascita di Alessio Boni che ricorda con noi anche quando in quella villa, soprattutto d’estate, portava le giovani turiste per far colpo su di loro.
A sostenerlo in questa prova teatral-cinematografica, oltre a Milena Vukotic e Lino Capolicchio con un cameo, Lidiya Liberman e la piccola Eleonora Trevisani, ci sono Eva Grimaldi e Pino Calabresi, e neanche per loro è stata una passeggiata: “ho dovuto smorzare tutti i toni, abbassare anche il battito cardiaco, stavo come in apnea, ma è stato un bellissimo viaggio – ci racconta nella nostra videointervista Eva Grimaldi che poi propone – accantoniamo un po’ la commedia italiana e cominciamo a fare thriller?” Sul suo personaggio che sulla carta, quella della sceneggiatura, è Giulio giardiniere tuttofare, Pino Calabrese, al suo esordio in un thriller, non si sbilancia: “lasciamo che il pubblico riesca a scoprire da sé cosa accade al mio strano e inquietante personaggio che è parte del protagonista Francesco…” Ecco dunque le nostre videointerviste a Alessio Boni e a Eva Grimaldi e Pino Calabrese: