Torna Aladdin, la favola delle mille e una notte, quella con il tappeto volante e il genio azzurro che esce dalla vecchia lampada a olio, se la strofini, pronto ad esaudire i tuoi tre desideri, non uno di più, non uno di meno. La Disney sembra amarla parecchio perché a quasi tre decenni dalla versione animata, la porta ancora sul grande schermo ma in live action, pur ispirandosi al classico del 1992. Ottima la scelta degli interpreti: dal canadese di origini egiziane Mena Massoud per il ruolo del protagonista a Naomi Scott per quello della principessa Jasmine. Ma il colpo di genio, e se non è questo il caso di dirlo… è stato l’aver dipinto di blu Will Smith polverizzandogli le gambe, facendolo entrare e uscire dalla fatidica lampada e lasciandolo apparentemente libero di fare ciò che vuole. Aladdin in versione 2019, diretto da Guy Ritchie, nelle nostre sale da mercoledì 22 maggio, è un bellissimo film, ma il volo lo spicca, proprio come fa il vecchio tappeto liberato da Aladdin dalla grotta segreta, quando arriva lui, il Genio Will Smith dalla parlantina veloce e le trovate, appunto, “geniali”. In primo piano due relazioni molto forti: l’amore che fiorisce tra Aladdin e Jasmine e l’amicizia che nasce tra Aladdin e il Genio, alla faccia della diversità di posizione sociale e del colore della pelle. Aladdin è infatti un ragazzo povero che si aggira per le vie di Agrabah rubacchiando qua e là ma con la decisa intenzione di smettere certo che il suo destino è più grande di così e che vive con la sua fedele scimmietta nella sua casa surreale con vista mozzafiato; Jasmine è niente meno che la figlia del sultano fuggita per qualche ora dal Palazzo per provare a rincorrere i suoi sogni, primo fra tutti quello di aiutare il prossimo, in questo caso il suo popolo. Se la dovrà però vedere con un padre buono e protettivo (Navid Negahban) e un potente e malvagio stregone di nome Jafar (Marwan Kenzari) che vuole il trono a tutti i costi, mentre potrà contare sempre sulla sua dama di compagnia Dalia (Nasim Pedrad) che, ancora non lo sa, ma ha un debole per i geni blu…
Trionferà naturalmente il bene e l’amore come in tutte le favole. Ciliegine sulla torta, nella versione italiana di Aladdin, la voce di Gigi Proietti prestata al Sultano e quella potente e cristallina di Naomi (lo avevamo intuito e avevamo cercato di farcelo dire quando l’abbiamo incontrata alla premiere di Dumbo come potete vedere dal nostro video reportage) che fa cantare Jasmine nelle nuove versioni dei brani originali scritti dall’otto volte Premio Oscar® Alan Menken (La Bella e la Bestia, La Sirenetta), e dai parolieri vincitori dell’Oscar® Howard Ashman (La Piccola Bottega degli Orrori) e Tim Rice (Il Re Leone), tra cui la canzone, anch’essa premiata con l’Oscar®, intitolata Il Mondo È Mio (A Whole New World). La colonna sonora di Aladdin comprende anche due brani inediti realizzati dallo stesso Menken e dai compositori vincitori dell’Oscar® e del Tony®: Benj Pasek e Justin Paul (La La Land, Dear Evan Hansen). “Il mio personaggio in questo film è il caratteristico sultano delle favole – dice Gigi Proietti – un uomo buono ma al tempo stesso severo, che sa essere autorevole ma anche autoritario, a seconda delle circostanze. Ha una grande responsabilità: un giorno qualcuno dovrà ereditare il sultanato, ma non può essere una donna e lui ha solo una figlia. Alla fine lui troverà una soluzione, che naturalmente non posso rivelare! Quello che posso dire è che oggi c’è molto bisogno di favole e questa è senza dubbio la più classica, traendo ispirazione da‘Le Mille e una Notte, arricchita da una tecnologia incredibile”. “Come tutti, anche io sono cresciuta con i film d’animazione Disney – rivela Naomi – e Aladdin è sempre stato uno dei miei preferiti con la sua storia ricca di azione, comicità, magia e amore. Ha delle sonorità a dir poco travolgenti, è un mondo incredibile. È un vero onore poter interpretare le canzoni di una delle Principesse Disney che amo di più e in cui più mi identifico perché Jasmine, come me, è una ragazza indipendente, ironica e tenace. Inoltre l’attrice che la interpreta nel film si chiama come me: Naomi! Forse era destino…”