Salernitano, classe 1994, Rocco Hunt è certo tra le cose più nuove che si sono viste a Sanremo 2016. Appassionato di musica sin da piccolo, sei anni fa è riuscito persino ad autoprodursi in A’ music’ è speranz (La musica è speranza). Poi di strada ne ha fatta Rocco Hunt, fino ala vittoria al Festival di Sanremo 2014 tra le Nuove Proposte con Nu juorno buono. Già, perché lui il rap lo fa in lingua, napoletana naturalmente. Il suo nuovo disco SignorHunt è uscito lo scorso ottobre – ma verrà ristampato a marzo con nuove tracce e un duetto virtuale con Lucio Dalla – con la collaborazione di artisti come Neffa e Clementino che peraltro ha ritrovato qui a Sanremo 2016 dove ha presentato Wake up, grande ritmo e bel testo, un invito alla sveglia per i giovani ma anche per le istituzioni che “il lavoro manca sempre, per fortuna abbiamo il grove” recita. La sua esibizione ha segnato un picco di ascolti pari al 58% di share: “sono molto contento – ha detto Rocco Hunt questa mattna in conferenza stampa a Sanremo – non me l’aspettavo, per me è una grande soddisfazione aver avuto una risposta positiva da parte del pubblico. Il mio obiettivo era portare un pezzo di denuncia ma che potesse arrivare a tutti”. Poi rivela che non gli dispiacerebbe affatto partecipare all’Eurovision song Contest anche perché “la mia canzone unisce italiano, napoletano e inglese per cui non sarei fuori contesto”. Questa sera per la sua cover ha scelto Tu vuo’ fa l’americano di Renato Carosone. Ecco la nostra breve videointervista a Rocco Hunt appena terminato il suo incontro stampa:
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