Sapori di Atina: con Gambero Rosso alla scoperta dei vini dell’Antica Tenuta Palombo

di Patrizia Simonetti

C’era una volta, e c’è ancora, nella Valle del Comino, tra Lazio, Abruzzo, Campania e Molise, un territorio irrorato dal fiume Melfa che da lì sgorga, e dal suo affluente Mollarino, un luogo di natura incontaminata ricco di cascate e faggi, di boschi e campi di mais, di uliveti e vigneti. Sorge qui l’Antica Tenuta Palombo di Atina e anche la sua Cantina: ai suoi vini coraggiosi è stato dedicato l’evento Sapori di Atina Un Viaggio Esclusivo tra le Etichette dell’Antica Tenuta Palombo tenutosi ieri sera nella sala Tre Bicchieri presso la Gambero Rosso Academy di Roma, una masterclass guidata da Marco Sabellico, tra i curatori della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso, alla presenza della famiglia Mastrantoni che ha rilevato l’azienda e del suo enologo Pierpaolo Pirone. Una degustazione arricchita da piacevoli assaggi a cura di Marco Brioschi, Resident Chef della Gambero Rosso Academy.

Li abbiamo chiamati vini coraggiosi dopo averne ascoltato la storia. Negli anni Ottanta il fondatore dell’Antica Tenuta Palombo, Giovanni Palombo, ne ha creato l’azienda vinicola puntando alle varietà internazionali, dal Cabernet Sauvignon al Merlot, e anche Syrah, Sémillon e Sauvignon Blanc, ma anche al recupero di viti autctone come Maturano, Lecinato e Capolongo. Dopo varie vicissitudini, la Tenuta è stata  rilevata da Pier Paolo Mastrantoni Mastrantoni che ha ristrutturato, allargato e ammodernato l’azienda, all’interno della quale ha dato anche vita a un elegante centro d’accoglienza, a un’enoteca e ad un ristorante gourmet con vista sui vigneti e sulle opere d’arte di Mario Velocci che li adornano. Nel proseguire l’opera di Palombo, la famiglia Mastrantoni ha continuato la coltivazione di varietà autoctone della Valle a eischio estinzione, come le bianche Maturano e Capolongo, e i rossi Lecinaro e Maturano rosso, affidando la cantina all’enologo Pierpaolo Pirone con la consulenza di Roberto Mazzer, enologo e architetto.

Il nostro viaggio esclusivo tra le Etichette dell’Antica Tenuta Palombo è cominciato con l‘Amantata Spumante Metodo Martinotti, fragrante Extra Dry da uve falanghina, fresco, dall’aroma floreale e agrumato. Per continuare con il Maturano Lazio IGP dal vitigno a bacca bianca, un sapore pieno, aromatico, quasi di erbe e di salvia; il Sauvignon Lazio IGP 2023, vitigno delicato, aromatico di frutto tropicale; il Rosa invidiata Rosato Frusinate IGP 2023, buonissimo, una sperimentazione con macerazione a freddo, 100% Uve Merlot, profumo di ciliegia matura e altri piccoli frutti;

Merlot frusinate IGP 2020 dai riflessi violacei, con una freschezza vegetale di erbe aromatiche; Atina DOP Cabernet 2021, definito il campione della casa, vino di carattere dalla lunga macerazione a temperatura controllata; Duca Cantelmo Atina DOP Cabernet Riserva 2020, più delicato del Merlot ma ricco e sapido, con accenni di vaniglia e legno, quello del rovere francese dove viene lasciato invecchiare. A questo punto, la chicca: l’ultimo nato tra i vini dell’Antica Tenuta Palombo, il Capralitt rosso IGP del Frusinate 2018, un vino raro e prezioso che merita un’etichetta speciale, in metallo. E per chiudere Primis Spumante Metodo Classico Extra Brut, spumante da uva rossa, altra sperimentazione, elegante e fresco, con note di frutto bianco.

Ottimi anche gli assaggi culinari firmati Brioschi che hanno accompagnato la degustazione. Al Baccalà con broccoletto, limone e guanciale, che mi dicono buonissimo, la vegetariana che scrive ha preferito dei broccoletti in crema verde, come sempre approfittando della gentilezza e disponibilità dello chef; così come al posto del Risotto alla zucca con polpo e nduja ho chiesto del solo riso alla zucca; ottimi invece così com’erano i pizzoccheri alla valtellinese, piatto che peraltro non consocevo, fatto di pasta scura con verza e patate, che mi ha piacevolmente sorpreso.