Non ci doveva essere e invece c’è. Nel senso che ne era stata annunciata la cancellazione e invece eccola qua SKAM Italia 4, da venerdì 15 maggio su TimVision e Netflix con 10 episodi nuovi di zecca. Nel cast ritroviamo Ludovica Martino, Federico Cesari, Ludovico Tersigni, Greta Ragusa, Martina Lelio, Pietro Turano, Francesco Centorame, Antonia Fotaras e tutti gli altri, ma al centro dell’intera stagione c’è Beatrice Bruschi che interpreta Sana, la ragazza musulmana con il velo, e che insieme alla new entry Mehdi Meskar che interpreta Malik, un amico di suo fratello di cui lei forse si innamorerà, abbiamo videoincontrato nel corso della conferenza stampa via Zoom di questa mattina (la videointervista a fine articolo). Alla regia sempre Ludovico Bessegato, sceneggiatore, showrunner e regista, che ha definito SKAM Italia 4 “una stagione più complessa delle altre ma non peggiore, anzi, il contrario. Abbiamo dovuto lavorare e studiare molto di più visto l’argomento meno conosciuto per me – ha raccontato – non solo con le interviste ai ragazzi nelle scuole come avevamo fatto per le precedenti stagioni. In ciò che serviva in più Sumaya Abdel Qader e la sua famiglia sono stati fondamentali, così come il lavoro aggiuntivo di Beatrice per rendere al meglio il personaggio che interpretava”.
Sumaya Abdel Qader è una sociologa, scrittrice di romanzi, mamma di tre figli, musulmana praticamente e attivista per i diritti delle donne, che di primo acchito potrebbe quasi sembrare una contraddizione ma di certo non lo è, ed è stata scelta dalla produzione come consulente alla sceneggiatura di questa stagione. “Finalmente vediamo in Italia qualcosa di nuovo, importante e speciale – dice entusiasta di SKAM Italia 4 – il racconto al di fuori di ogni stereotipo della vita normalissima di una ragazza musulmana, vita che molti non conoscono, fatta di tante sfaccettature, che fa anche capire cosa vuol dire essere musulmani in Italia e soprattutto essere donne musulmane, in questo caso ragazze di seconda generazione, e che offre una grande occasione di riflessioni su vari livelli che potranno anche a ragazzi e ragazze musulmani una visione di quello che può essere il loro futuro, ovvero il loro essere parte integrante di un contesto sociale che li riconosce in una rappresentazione reale e non stereotipata”.
Il tema è dunque importante e forte, soprattutto in questo momento in cui spicca nelle cronache una vicenda che ha persino oscurato la lunga e penosa questione della pandemia da Covid-109: il ritorno a casa di Silvia Romano dopo un anno e mezzo di prigionia e la sua dichiarazione di conversione all’Islam con tutte le polemiche e gli attacchi sferrati con una violenza inauduta contro la ragazza, e il confronto con la protagonista di SKAM Italia 4 è inevitabile: “qui parliamo di libertà di scelta – dice Sumaya Abdel Qader – quella di Sana è una scelta, il voler essere musulmana praticante cercando di trovare dei compromessi rispetto al contesto che la circonda che, in alcuni casi, potrebbe non combaciare con i suoi valori. Anche Silvia Romano dice di aver fatto una scelta, e chi siamo noi per giudicare se è vero o non è vero, se lo ha fatto liberamente o meno. Il dubbio è legittimo soprattutto nelle sue condizioni, perchè non è che era in vacanza alle Hawaii e si è messa a leggere il Corano perché l’ha ispirata, ma era in un contesto di criminali, rapita da criminali, quindi il dubbio che possano averle fatto il lavaggio del cervello, come detto, è legittimo. Il problema è il passaggio dall’avere il dubbio al cominciare a costruire scenari, insulti, minacce e finire nell’intolleranza e nella violenza. L’Italia avrebbe dovuto soltanto accogliere Silvia, doveva essere il momento dell’accoglienza, non il giorno del giudizio”.
“Abbiamo cercato di dare qualcosa in più in questa stagione parlando di un argomento complesso e pieno di sfumature – spiega Ludovico Bessegato – prendendoci la responsabilità di affrontarlo direttamente, dando qualche risposta e ponendo qualche domanda a un pubblico che in questa stagione può essere anche più largo”. Altro tema, legato ma non a stretto giro con la fede di Sana è la diversità, valore, non difetto, su cui del resto SKAM si basa da sempre, diciamo per natura, sin dalle origini norvegesi, puntando su “personaggi che superficialmente possono destare dei dubbi – aggiunge il regista – come Eva (Ludovica Martino) che aveva rubato il fidanzato alla sua migliore amica, Martino (Federico Cesari) perché bugiardo e manipolatore, Edoardo (Giancarlo Commare) maschilista, superficiale ed egoista, Sana con il suo carattere spigoloso, un po’ arrogante, che tratta anche un po’ male certe persone. Questo è il gioco della serie, avere per protagonisti personaggi verso i quali si avevamo pregiudizi negativi con l’obiettivo di dire a chi li guarda: ‘adesso fatti un viaggio di 11, 12 puntate nel mondo di questa persona e vediamo se avrai su di lei la stessa opinione anche alla fine’. Nessuno di loro è un santo, ma quando conosci bene una persona hai meno voglia di giudicarla e più di capirla. E questo andrebbe fatto sempre nei confronti di ciò che è diverso, provare a vedere le cose dal suo punto di vista”.
Perché da noi in Italia in fatto di diversità e pregiudizio non è che andiamo tanto bene, ma a guardarci attorno forse non siamo proprio i peggio: “c’è un’Italia accogliente che punta all’integrazione – dice Sumaya Abdel Qader – come il mondo della scuola e la società civile, e c’è un’Italia dei nuovi italiani che sono considerati ancora stranieri, ci sono immigrati e figli di immigrati completamente integrati, ma anche tanti problemi. Essere però una donna musulmana in Italia è certo meglio che in Francia o in Belgio, qui non ci sono restrizioni per indossare il velo, anche se stiamo un po’ regredendo: molte ragazze si trovano ad esempio in difficoltà a trovare lavoro perché viene chiesto loro di non indossarlo, cosa che spesso nasconde un’intolleranza contro l’Islam. D’altra parte abbiamo donne musulmane con il velo che sono primarie negli ospedali, psichiatre, artiste, alcune in politica, nei consigli comunali…”
E i giovani? “I giovani attori di SKAM Italia 4 sono prima dei ragazzi che hanno vissuto vicende anche simili a quelli dei loro personaggi, e a loro si aggiungono via via attori nuovi – racconta Ludovico Bessegato – come un ragazzo gay ad esempio, altri di origine egiziana, marocchina, iraniana, e per me è stato bellissimo vedere come non ci sia mai stato un sospetto che questa cosa potesse essere una barriera, e vederli invece tutti insieme a casa mia a guardare SKAM… questa è l’Italia di domani e la dimostrazione che tra i giovani non ci sono questi problemi, li creiamo invece noi con titoli di giornale tipo ‘abbiamo salvato una terrorista’ in relazione a Silvia Romano, facendo serie TV in cui il musulmano è sempre un terrorista, o un venditore di cibo e rose… si tratta di stereotipi, ma i giovani non hanno questo tipo di pregiudizi, sono attirati dalla diversità, incuriositi, sorgono delle domande”. Come quelle sul velo, ad esempio: “Noi donne musulmane ci cambiamo spesso il velo, come fa Sana in SKAM Italia 4 a seconda del vestito o delle scarpe – rivela Sumaya Abdel Qader – il velo non vuol dire privarsi della propria bellezza o femminilità, e questo è un altro pregiudizio che va scardinato, non è la negazione della libertà della donna di essere anche bella e piacente, è un percorso di fede, è un esercizio spirituale, il resto non è incompatibile, la bellezza non è incompatibile con la spiritualità, anzi ne fa parte”. La parola passa poi ai due protagonisti di SKAM Italia 4, ecco allora il nostro videoincontro con Beatrice Bruschi e Mehdi Meskar, alias Sana e Malik: