, tipica frase a rievocare la vista del cielo e del sole attraverso le sbarre della finestra di una prigione. Dentro la cella di una galera, guardando appunto il sole a strisce, dovrebbe avvenire la redenzione. Dentro la cella di una galera spesso avviene invece la perdizione. Questo il tema centrale di Sole a strisce – Non tutte le Prigioni hanno le Sbarre, apettacolo scritto e diretto da Gianluca Barbagallo in scena al Teatro dei Conciatori a Roma da stasera, martedì 16, a sabato 21 febbraio. Sul palcoscenico oltre allo stesso Barbagallo, Carmelo Caccamo e Nicola Diodati. Il racconto di tanti e disparati “profili umani” che si incontrano in celle fatiscenti, tutti con una pena da scontare e solo apparentemente non connessi l’uno all’altro, ognuno con una possbilità di riscatto e il debole desiderio di riabilitazione. Sole a Strisce è un inno alla vita che andando a scavare nelle nefandezze dell’essere umano, scegliendo tre profili di reietti differenti, porta fuori la vera umanità, l’essenza dell’amore, la ricetta della felicità, mostrando come non tutte le prigioni hanno le sbarre.
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