Steven Spielberg riporta al cinema West Side Story: era il mio sogno da bambino

di Patrizia Simonetti

Steven Spielberg

porta di nuovo sul grande schermo il musical più famoso di tutti i tempi, quello ispirato alla tragica storia d’amore tra Giulietta e Romeo, e realizza così il suo sogno di bambino sbocciato nella sua testa a soli dueci anni dopo il primo ascolto del disco. West Side Story narra tra balli in musica la classica storia delle rivalità razziali tra ragazzi bianchi e portoricani, i Jets e gli Sharks, nella New York del 1957, dei loro amori proibiti e di speranze che mai vedranno luce.

Già approdato al cinema nel lontano 1961 grazie a Jerome Robbins e Robert Wise con una splendida Natalie Wood, e con Rita Moreno, prima attrice latinoamericana a vincere un Oscar come miglior attrice non protagonista, all’epoca si portò a casa ben dieci Oscar, tra cui quello per il miglior film. Quella di Spielberg, che dopo vari rimandi a causa della pandemia sbarca in sala giovedì 23 dicembre, è una versione molto fedele a quel film, tratto dallo spettacolo di Broadway del 1957, ideato, diretto e coreografato da Jerome Robbins, con libretto di Arthur Laurents, i testi di Stephen Sondheim e le musiche di Leonard Bernstein. Forse pure troppo. Personalmente avrei apprezzato di più una sorta di riavvio e aggiornamento, per così dire, del resto non mancano certo spunti razziali nell’America di oggi (e non solo in America), ma il grande cineasta ha preferito la fedeltà.

Adoro il film originale – ha detto Spielberg prendere un capolavoro e rivisitarlo da un’altra prospettiva e con un’altra sensibilità, senza compromettere l’integrità di quella che è generalmente considerata la più grande partitura musicale mai scritta per il teatro, era piuttosto spaventoso. Ma sono convinto che le grandi storie debbano essere raccontate all’infinito, in parte anche per rispecchiare prospettive e periodi storici differenti. Devi però continuamente giustificarti con te stesso per aver voluto affrontare un’opera che è considerata quasi sacra. Tutti noi lo abbiamo fatto. Sapevamo che si trattava di un’impresa davvero rischiosa. Ma tutte le persone coinvolte si sono avvicinate a questo progetto con incredibile amore e rispetto, quasi venerazione, nei confronti dello spettacolo e dei suoi leggendari creatori”.

Protagonisti di West Side Story sono Ansel Elgort (Tony), Rachel Zegler (María), Ariana DeBose (Anita), David Alvarez (Bernardo), Mike Faist (Riff), Josh Andrés Rivera (Chino), Ana Isabelle (Rosalía), Corey Stoll (Tenente Schrank), Brian d’Arcy James (Agente Krupke) e Rita Moreno, già nel film di Robbins e Wise e qui anche coproduttrice esecutiva oltre che interprete nel ruolo di  Valentina, l’anziana titolare del negozio dove Tony lavora.  

West Side Story ha un significato importantissimo per tantissime persone e sono emozionato di poterlo riportare nuovamente in vita e condividerlo con un nuovo pubblico – ha detto ancora Spielbergla cosa più bella di questa storia è che, indipendentemente dai cambiamenti che avvengono nel mondo, ci offre lezioni universali. È una storia che cattura il pubblico da decenni, perché non è semplicemente una storia d’amore, ma anche un lavoro culturalmente significativo con una premessa centrale, e cioè che l’amore può sconfiggere il pregiudizio e l’intolleranza, che non ha perso significato nel corso del tempo”.