Giulia sta vivendo una vita infelice. Promessa di uno sport duro come l’MMA (Mixed Martial Arts), dopo una sconfitta drammatica, ha deciso di lasciare la gabbia, The Cage, il recinto ottagonale dove si svolgono gli incontri, costruendosene un’altra. Giulia non ha più emozioni, non prova nulla, neanche nei confronti di Alessandro, con il quale ha intrapreso una relazione tossica, manipolata, che non la rappresenta affatto.
La giovane coppia vive tra gabbie di felini inquieti e al tempo stesso rassegnati, proprio come lei, in un piccolo zoo a conduzione familiare, vegliata e sorvegliata da un rappresentante religioso, Padre Agostino, capo della comunità che ha accolto Alessandro e poi anche Giulia. Tutto ciò è diventato per lei la vera gabbia dove non è più sé stessa. Giulia comincia quindi a desiderare, o meglio, a rendersi conto di volere sempre di più e con tutte le sue forze tornare in quella gabbia da combattimento nella quale invece si sente libera e realizzata, e dove c’è una rinvicita che la chiama e l’attende.
Finalmente si ribella, torna all’attività sportiva, e lo fa con Serena, la nuova allenatrice con cui costruirà un rapporto prima tormentato e poi profondo che l’aiuterà a farle comprendere qual è veramente la vita che vuole. Presentato ad Alice nella Città durante la scorsa Festa del Cinema di Roma, arriva in sala giovedì 22 febbraio The Cage – Nella Gabbia, scritto e diretto da Massimiliano Zanin alla sua opera prima, protagonista perfetta Aurora Giovinazzo, attrice e sportiva, campionessa mondiale di ballo caraibico, che conosce bene la durezza dello sport ma anche le sue grandi soddisfazioni.
Alla Festa del Cinema di Roma Aurora era presente con ben tre film – The Cage, Nuovo Olimpo di Ferzan Ozpetek e Una madre di Stefano Chiantini – e nella nostra videointervista ci ha parlato di tutti e tre. In The Cage – Nella Gabbia ad interpretare Alessandro c’è Brando Pacitto, a dar vita a Serena c’è invece Valeria Solarino mentre Fabrizio Ferracane interpreta Padre Agostino. Cameo sportivo, quello firmato da Patrizio Oliva. Nel cast anche Desirèe Popper e Alessio Sakara. Le musiche originali del film sono di Motta.
“In questo film la gabbia è anche una metafora della società contemporanea, nella quale gli individui appaiono sempre più limitati ed inconsapevoli delle infinite possibilità di essere liberi, rinchiusi nelle mille gabbie delle convenzioni sociali, della morale, dei rapporti sociali, erette attorno a loro da altri, o che ognuno si costruisce da solo, finendo per condizionare la propria libertà – spiega il regista – Fin dai primi minuti il film mostra le varie arene nelle quali la protagonista è chiamata a combattere: la comunità religiosa di accoglienza nella quale è cresciuta, con le sue convenzioni soffocanti; il sogno opprimente del fidanzato di trasformare il piccolo zoo a conduzione familiare in un grande business; la convivenza che la imprigiona in una storia d’amore che non sente più sua; la gabbia interiore dei ricordi di una vita difficile. Realizzare se stessa combattendo a mani nude in una gabbia vera e propria è la strada che Giulia trova per affermare il proprio anelito all’autodeterminazione. Una metafora che credo risulti del tutto esplicita nel parallelismo tra i felini rinchiusi nei recinti dello zoo e la gabbia di MMA dove la protagonista si batte proprio come una tigre, e che diviene il luogo all’interno del quale cerca e trova, paradossalmente, la propria libertà”. Le nostre videointerviste a Aurora Giovinazzo, Brando Pacitto, Valeria Solarino, Patrizio Oliva: