Che torture hanno subito gli uomini catturati dagli americani dopo l’11 settembre accusati, a ragione o meno, di aver partecipato all’attacco più deleterio della storia? E tali torture, sono servite a farlo parlare e a rivelare cose così importanti da giustificare tali espedienti di interrogatorio? Ma soprattutto, c’è una, una sola ragione, che li giustifichi? Queste sono le domande che escono da The Report diretto da Scott Z. Burns, al suo esordio alla regia di un lungometraggio, e coprodotto da Steven Soderbergh, in sala dal 18 al 20 ottobre, al Palladium di Roma domenica 27 ottobre nell’ambito della Festa del Cinema, e dal 29 novembre su Amazon Prime Video. The Report racconta la storia vera di Daniel Jones, interpretato da Adam Driver, che da sempre voleva lavorare per il governo degli Stati Uniti d’America e che una volta approdato al Senato viene incaricato dalla senatrice democratica Dianne Feinstein, interpretata da Annette Bening, di svolgere un’inchiesta sul programma di detenzione e sulle nuove tecniche di interrogatorio messe in atto dalla CIA sui presunti membri di Al Qaeda catturati per gli attentati dell’11 settembre del 2001. Ciò che il fin troppo zelante Daniel Jones arriverà a scoprire saranno verità dure e vergognose per un paese “democratico” come l’America e inaccettabili sul fronte del più semplice dei diritti umani, crudeltà volte a disumanizzare le persone, a privarle delle necessità primarie e a renderle schiave per mezzo di torture peraltro inspiegabilmente protratte anche dopo la palese dimostrazione della loro completa inefficacia. E quando tali verità stanno per essere diffuse, CIA e Presidente americano si adopereranno in ogni modo per impedirlo tra insabbiamenti, operazioni di omissis, persino blitz notturni, tutto per vanificare i cinque anni di lavoro di Jones e della sua sempre più esigua squadra, rinchiusi 24 ore su 24 in un angusto “ufficio” sotterraneo, e raccolti in un megadossier di oltre 7mila pagine. Un film lungo e meticoloso che non potrà non suscitare domande, alcune purtroppo ricorrenti soprattutto quando si parla di pulizie etniche, stragi, olocausto, prima tra tutte: come può un uomo infliggere tali sofferenze a un altro uomo? E fino a quando l’artefice di tanto dolore può essere ancora definito umano?
“Per me Dan è un eroe americano sconosciuto e finché lì fuori ci saranno funzionari pubblici come Daniel Jones penso che ci sia speranza – ha detto Scott Z. Burns che ha accompagnato l’anteprima del suo film a Roma – Il tema principale di The Report è la responsabilità e credo che sia importante per il pubblico capire che grazie al lavoro di Daniel Jones e del Senato è stato varato emendamento McCain – Feinstein affinché la Cia non potesse più fare ciò che aveva fatto. Purtroppo però nessuno ha mai pagato”.