Un film sulle barriere dice il regista, quelle tra perone diverse che non si capiscono. The Shift, presentato oggi alla Festa del Cinema di Roma, in attesa dell’uscita in sala il 5 novembre, racconta di un attentato messo a segno da due ragazzini in una scuola di Bruxelles, la loro: uno inizia a sparare sui suoi compagni, e l’impatto emotivo è forte nella scena davvero realistica e improvvisa, l’altro resta sconcertato perché non erano quelli i tempi calcolati e previsti, anche lui ha una cintura esplosiva fissata alla vita ma prima di farsi esplodere viene colpito dallo scoppio di quella del compagno e finisce in ambulanza. Il film praticamente inizia da qui: Eden, così si chiama il giovane attentatore sopravvissuto, viene caricato sul mezzo perché in gravi condizioni, solo quando Isabelle (Clotilde Hesme), la paramedica, gli taglia la camicia per medicarlo si accorge della bomba e capisce all’istante di essere in trappola, lei e il suo collega che guida, Adamo, interpretato da Adamo Dionisi (Suburra, Dogman). Da quel momento in poi sarà Eden a condurre il gioco: nonostante stia perennemente sul punto di svenire, non allontana mai il pollice da quel pulsante rosso collegato alla cintura.
Tema caldo quello del fondamentalismo islamico che indottrina bambini facendogli credere che quello, ammazzare e poi ammazzarsi, sia il volere di Allah. Tutto il film si svolge in quel luogo chiuso e ristretto, l’ambulanza, quasi sempre in movimento, dove la tensione sale continuamente. Isabelle teme per la sua vita, ha un figlio anche lei più o meno dell’età di Eden e cerca un contatto con il ragazzo, Adamo invece, immigrato pure lui, italiano in Belgio, vuole solo portare a casa la pelle.
Ciò che The Shift pone in evidenza è il plagio di cui è rimasto vittima il ragazzino con la cintura esplosiva, un condizionamento che trova terreno fertile nella mancata integrazione nel mondo occidentale. Uno sguardo più docile sulla paura che, spesso giustificata, sfocia sempre di più in reazioni di ulteriore chiusura e violenza, verso tesi nazionalistiche ancor più pericolose. Un film assolutamente attaccato alla realtà, nato dalla scia emotiva e riflessiva del regista sugli attentati che hanno insanguinato Parigi, Bruxelles e molte altre città d’Europa, e nel chiedersene il perché. La videosintesi della conferenza stampa con Adamo Dionisi, Alessandro Tonda e lo sceneggiatore Davide Orsini: