E dunque siamo d’accordo: l’Italia, almeno quella di oggi, non è un paese per giovani, tanto per citare Giovanni Veronesi, ed è per questo che tanti ragazzi espatriano in cerca di terreni più fertili sui quali far attecchire, crescere e fiorire i loro talenti. Eppure se hai l’idea giusta di una startup, come quella di un nuovo social network che metta in contatto aziende che offrono e giovani che cercano lavoro classificati e numerati, grazie a un algoritmo, dal più preparato all’ultimo secondo istruzione, requisiti ed esperienze, così che le assunzioni siano determinate puramente dal merito, allora puoi fare anche il botto. Soprattutto se la piattaforma in questione la chiami Egomnia, Ego come io e omnia come tutto, che è quello che puoi fare. Come dite? Esiste veramente? Certo che sì e sulla sua genesi e sul significato di tutto ciò Alessandro D’Alatri ci ha fatto un film intitolato The Startup che, prodotto dalla Casanova Multimedia di Luca Barbareschi con Rai Cinema, arriva in sala giovedì 6 aprile con 01 con le musiche di Pivio e Aldo De Scalzi. La storia è dunque vera e pure abbastanza fedele all’originale, quella di Matteo Achilli, liceale della periferia romana che stanco di soprusi e ingiustizie che sembrano piovergli addosso tutti assieme, riparte in contropiede e nel 2012 inizia la creazione del suo gioiellino che oggi conta 850mila iscritti e 1200 aziende come clienti, ma roba tipo Microsoft, Generali, Bulgari, Ericsson e Heineken, mica pizza e fichi… il tutto tra cadute e risalite, botte di autocelebrazione e ridimensionamenti, amori veri, amicizie vere, e sogni che diventano veri pure loro.
Protagonista di The Startup nel ruolo di Matteo il giovane, ma già definito carismatico, Andrea Arcangeli, non proprio famosissimo ma già con un rispettabile zainetto sulle spalle dove troviamo un po’ di TV (da Romeo e Giulietta a Fuoriclasse a Il Paradiso delle signore), una manciata di cinema (come Tempo instabile con probabili schiarite di Pontecorvo mentre presto lo vedremo in Dei di Cosimo Terlizzi con Angela Curri) e una spruzzata di teatro che non guasta mai (una cosetta leggera come il Macbeth di Shakespeare in versione moderna). Poi ci sono le ragazze: la sua, aspirante prima ballerina classica, che si chiama Emma ed è interpretata da Paola Calliari, e la milanese Cecilia, esuberante e scaltra che in qualche modo lo lancia, cui dà vita Matilde Gioli. E poi c’è il giovane ingegnere sfruttato e bistrattato ma sempre fedele all’amico e al progetto che si chiama Giuseppe ed è interpretato da Luca Di Giovanni, Matteo Leoni che fa Valerio che è un po’ l’antagonista del protagonista e Guglielmo Poggi che è il compagno di scuola viziato e raccomandato Niccolò. E ci sono anche un padre operaio che nonostante venga licenziato in tronco non si dà per vinto e sostiene il figlio con una fiducia praticamente totale nei suoi confronti regalandogli la sua liquidazione affinché porti avanti il suo progetto e così la madre, genitori ideali dunque Armando e Monica interpretati da Massimilano Gallo e Lidia Vitale.
“Il film non racconta quanti soldi guadagnerà Matteo Achilli – dice Luca Barbareschi alla presentazione del film che si è svolta questa mattina a Roma nel suo Teatro Eliseo, qui la videosintesi della conferenza stampa – ma racconta di un ragazzo che vive a Corviale, ha un sogno e ce la fa ed è una cosa straordinaria perché vera”. “Quando ho letto il copione ho pensato ‘ ma com’è possibile? Allora succedono davvero queste cose…’” ha aggiunto Alessandro D’Alatri. “È stato piacevole sapere che una storia così sia successa in Italia – fa eco Paola Callieri – e mi ci sono ritrovata molto perché ci sono tanti giovani che lottano per ottenere quello che vogliono e si fanno un mazzo così. Emma porta dei valori come la famiglia e il sacrificio e sa cosa vuol dire lottare e sopportare per seguire degli ideali”. “Cecilia è un po’ il personaggio chiave – dice Matilde Gioli – e in comune con lei ho molti tratti come una bella determinazione e del carisma, me lo dico da sola, ma secondo me sono carismatica…” “Sono stati tutti bravissimi e la storia è proprio quella anche se la caratterizzazione di alcuni personaggi è leggermente diversa – ha detto il vero Matteo Achilli presente all’evento e tempestato di domande – ma il risultato mi è piaciuto molto, soprattutto perché è stato deciso di raccontare la storia vera di un ragazzo normale, perché non sono un genio”. Tutti possono farcela, dunque, questo il messaggio, con impegno, passione, e magari un po’ di aiuto, anche in un’Italia come questa, e senza per forza andare a giocare a calcetto… Ed ecco la nostra videointervista al protagonista Andrea Arcangeli: