Un sogno terrificante con un Papa giovane e bello, ma pur sempre un Papa, che emerge da sotto una montagna di corpi di neonati… inizia così The Young Pope, la prima serie TV firmata dal premio Oscar Paolo Sorrentino di cui si parla da mesi, presentata come evento speciale a Venezia 72 e questa mattina a Roma alla presenza del regista e del protagonista Jude Law, oltre che di molti altri interpreti, da Silvio Orlando a Javier Cámara. Manca poco ormai alla messa in onda fissata per venerdì 21 ottobre alle 21.15 su Sky Atlantic HD e Sky Cinema 1 HD, dieci episodi – ma già si pensa a una seconda serie – a raccontare di Lenny Belardo, primo pontefice americano della storia, che una volta eletto ha deciso di chiamarsi Pio XIII. Dunque chi è ‘sto Lenny Belardo? Difficile rispondere pur dopo aver visto le prime due puntate che certo stupiscono, spiazzano e divertono pure con battute che non ti aspetti e ironie sottili. Di lui puoi farti fino a questo punto giusto un’idea, che è quella di un uomo molto strano che passa da un apparente modo di pensare e di porsi al suo esatto contrario, persino con Suor Mary (Diane Keaton) che lo ritiene un santo, l’ha tirato su sin da piccolo, lui abbandonato in orfanotrofio da madre e padre che dovevano andare a Venezia e non si capisce perché non l’abbiano portato con loro, lei, si diceva, Suor Mary che gli ha fatto da mamma e lui l’ama talmente e le è così riconoscente da volerla “a palazzo”, al suo fianco come segretario particolare del Papa contro ogni tradizione, che l’accoglie con un abbraccio caldo e commosso per poi freddarla alla sua prima opinione non condivisa, gelarla al suo primo consiglio non desiderato. Giusto per dirne una. Lenny Belardo, si capirà via via, viene eletto per pura strategia, da cardinali convinti di poterlo manovrare, invece… invece lui fa il bello e il cattivo tempo in quelle stanze dove “vive gente senz’anima che non ha una vita”, fuma e solo lui può farlo lì, tanto moderno e rivoluzionario appare quanto conservatore e reazionario si rivela, pesante quanto ironico, spaesato e quasi sperduto tanto da chiedere l’aiuto del suo mentore che invece “io dovevo diventare Papa, non tu” gli risponde stizzito il Cardinal Michael Spencer, poi duro e arrogante nell’affacciarsi alla finestra controluce, che una rockstar non deve farsi vedere né alla finestra né tanto meno sui piatti del merchandising, e distruggere sul nascere con una prima omelia terrificante e cruda ogni possibilità di empatia con i fedeli e il mondo.
Un lavoro “monumentale” lo ha definito questa mattina Sorrentino, una “meravigliosa opportunità che mi è stata data che mi consente di fare quello che una volta si faceva al cinema, cioè un cinema d’autore poderoso e lunghissimo che è sempre più difficile fare oggi. La possibilità di sperimentare in libertà lungo l’arco di una storia così complessa e sfaccettata mi è parsa un’enorme occasione di spaziare con la fantasia senza rinunciare a tutti quegli elementi narrativi che per ragioni di tempo e di spazio, nel racconto cinematografico, spesso invece vengono sacrificati. La solitudine come centro della condizione umana era il mio tema. E mostrarla in una figura anomala come il Papa che metto in scena è un espediente utile a trasformarla in racconto”. E poi “nessuna provocazione” ci ha ribadito rispondendo alla nostra domanda su quanto aveva già dichiarato a Venezia. “Tante contraddizioni che non vanno per forza comprese” ci ha invece risposto Jude Law quando gli abbiamo chiesto delle mille e più sfaccettature del suo personaggio. Ecco dunque il nostro incontro con Jude Law e Paolo Sorrentino:
Nel cast anche Scott Shepherd, Cécile de France, Javier Cámara, Ludivine Sagnier, James Cromwell, e pure Ignazio Oliva, Gianluca Guidi e Silvio Orlando, quest’ultimo a dar vita a un inquietante quanto esilarante Segretario di Stato Angelo Voiello, napoletano e tifoso del Napoli che tenterà di arginare la pericolosa deriva di “Lenny”, una gran fatica, in tutti i sensi, ha spiegato oggi con la consuta ironia in conferenza stampa:
The Young Pope, produzione originale Sky, HBO e Canal+, prodotta da Wildside e coprodotta da Haut et Court TV e Mediapro, è già stata venduta da FremantleMedia International in oltre 80 Paesi.