Dimenticate gli Addams. Se ci riuscite, perché in effetti evitare il paragone non è facile. Ma intanto loro sono italiani, romani per l’esattezza, e ognuno appartiene a una specie diversa, tranne la piccola di casa che è tutta suo padre… Sono i componenti di Una Famiglia mostruosa, film diretto da Volfango De Biasi che arriva al cinema con un cast altrettanto mostruoso, nel senso buono del termine però.
Sir Vladimiro il vampiro è interpretato da Massimo Ghini al suo primo ruolo da succhiasangue; Lucia Ocone è la strega Brunilde, sua moglie; Paolo Calabresi è lo zio Nanni, una sorta di mix tra Frankenstein e lo scemo del villaggio (pare che qualcuno gli abbia mangiato il cervello…); Sara Ciocca è Salmetta, la bimba di casa, vampira pure lei come il papà e sempre arrabbiata perché costretta a non diventare mai grande e perché perennemente chiusa in casa; e Cristiano Caccamo è il primogenito Adalberto e anche un lupo mannaro. Lui però desidera una vita normale e non ha nulla contro gli umani che invece sono odiati dai suoi, in particolare da sua madre, tanto che si è fidanzato con una di loro, una ragazza bella e gentile che si chiama Luana ed è interpretata da Emanuela Rei.
Arriva però il giorno in cui Luana resta incinta (una gravidanza molto veloce che tante donne apprezzerebbero) e Adalberto è costretto a presentarla ai suoi chiedendo loro di fingere di essere persone normali, e innescando una serie di gag davvero divertenti che tengono alto lo spirito e l’umore dello spettatore per una buona metà del film. Anche perché non è che i genitori di Luana siano meno mostruosi, coatti, cafoni e attaccati ai soldi come sono… Suo padre Nando è interpretato da Lillo mentre a sua madre Stella, nonché psicologa de noantri, dà vita Ilaria Spada in una delle sue versioni più divertenti. Senza dimenticare il fratellino Ivano che è Vincenzo Sebastiani che legherà molto con Salmetta: è talmente deluso dal mondo degli adulti da chiederle insistentemente di morderlo per restare anche lui così com’è. E senza dimenticare lo spirito della nonna Crisilde che ha le sembianze di Barbara Bouchet e nonno Paride che è Pippo Franco.
Una famiglia mostruosa gioca su diversi livelli. In primis, un’analisi della famiglia come entità assolutamente imperfetta dove a volte regna l’amore e a volte no, e dove non sempre gli adulti sono un esempio e una guida per le nuove generazioni. Poi quello, appunto, della demarcazione sempre più sfumata tra mostri e esseri cosiddetti normali, cui si lega il tema dell’accettazione del diverso: alla fine è davvero importante sapere chi tra i due gemellini sia il mostro e chi l’umano, che tanto anche solo il provare ad etichettarli si rivela impresa difficile se non impossibile? Peccato che una volta svelato il mistero, quando cioè tutti finalmente sanno tutto, il ritmo della commedia inizi a scemare, così come le risate liberatorie iniziali. Le nostre videointerviste a Ilaria Spada, Lillo, Emanuela Rei, Massimo Ghini, Cristiano Caccamo, Volfango De Biasi: