Nel 1969 a Palermo, dall’Oratorio di San Lorenzo, fu rubata un’opera d’arte preziosa, la Natività di Caravaggio. Anni dopo il pentito Francesco Marino Mannoia rivelò che quello era stato il primo furto su commissione portato a termine dalla mafia e che la tela si sbriciolò nel momento della consegna al mandante, ma che fine fece realmente quel dipinto non si seppe mai. Da questa vicenda prende spunto Una storia senza nome, il nuovo film di Roberto Andò, palermitano come quella storia che il regista custodisce tra i suoi ricordi di infanzia, presentato oggi fuori concorso a Venezia 75 e in sala dal 20 settembre, protagonisti Micaela Ramazzotti, Alessandro Gassmann e Renato Carpentieri. “Mi è sembrata la storia giusta per un film sul cinema – ha detto oggi Roberto Andò in conferenza stampa a Venezia 75 come vedete nel video a fine articolo – cinema che diventa dispositivo investigativo per arrivare alla verità, e che hi fatto con divertimento sperando che lo spettatore si perda nella storia”.
In Una storia senza nome fulcro della vicenda è Valeria (Micaela Ramazzotti), segretaria di un produttore cinematografico, che vive sullo stesso pianerottolo dell’affascinante quanto nevrotica madre Amalia (Laura Morante): Valeria scrive per conto e al posto di un famoso sceneggiatore di nome Alessandro Pes (Alessandro Gassmann) ma naturalmente non lo sa nessuno. Un giorno Valeria incontra un misterioso poliziotto in pensione di nome Alberto (Renato Carpentieri) che le racconta una storia, e lei vi si immergerà a tal punto da non riuscire a smettere di seguirla per scoprire la verità. “Gli scrittori hanno la grande capacità di osservare e saper raccontare mischiando tutto con la fantasia – dice Micaela Ramazzotti sul suo personaggio e in generale sugli sceneggiatori – per interpretare Valeria ho iniziato a rubacchiare lo sguardo di Roberto Andò, lo sguardo di chi sa raccontare. Io ho molta gratitudine nei confronti degli sceneggiatori perché mi scrivono sempre dei ruoli bellissimi e, in questo caso, in Una storia senza nome, sono anche la prima donna protagonista di un film di Andò”. “Non può esistere un film senza una buona sceneggiatura – aggiunge Alessandro Gassmann – di questa in particolare ho apprezzato la complessità, che non c’è sempre nel cinema italiano, e la capacità di Roberto Andò di rendere comprensibile quella complessità. Non so se io abbia mai lavorato con finti sceneggiatori, ma anche fosse non lo sapremo mai”. “Nel film c’è bisogno di un raccontatore di storie – dice Renato Carpentieri – perché tutti i dati relativi a quel furto non sono sufficienti, solo immaginando delle storie si riesce ad entrare nel mondo dei dati”.
Valeria, Alessandro, Alberto… personaggi complessi di un film che è tragedia e al tempo stesso commedia, e forse nessuno di loro è davvero chi sembra: “ci inventiamo sempre qualcosa perché non sappiamo chi siamo e abbiamo sempre bisogno di qualcuno che ci dica chi essere” commenta Micaela Ramazzotti. “Il mio personaggio porta gran parte della commedia e rappresenta il cialtrone – dice ancora Alessandro Gassmann – figura drammaticamente presente nella nostra società che ci fa amaramente ridere perché è causa di tutti i nostri problemi”. “Molti personaggi della nostra letteratura sono nascosti o doppi – chiosa Renato Carpentieri – da Sciascia a Pirandello…”
Ecco il video della conferenza stampa a Venezia 75 con Roberto Andò, Micaela Ramazzotti, Alessandro Gassmann e Renato Carpentieri: