Non ci sarebbe tanto da ridere a vedere due ragazzoni come Rossi e BB buttare alle ortiche la loro vita tra una birra, un pignoramento, una ragazza che se ne va dopo aver mollato un ceffone, e frasi da rassegnati cronici tipo “noi siamo quelli che non andiamo da nessuna parte”. Invece da ridere c’è, soprattutto dopo aver ingranato la marcia di Una vita spericolata, il nuovo film di Marco Ponti in sala da oggi, giovedì 21 giugno, con 01. La prima si innesta quando Rossi decide di andare in banca a chiedere un prestito, la seconda quando suo malgrado si ritrova a puntare una pistola con tutti che gli offrono portafogli, gioielli e borse piene di soldi, la terza quando con l’amico BB torna nell’istituto di credito zeppo di poliziotti per recuperare il suoi documenti già tolti di mezzo da Soledad, e la quarta quando inizia la rocambolesca fuga a tre in perfetto stile Bonnie e Clyde e Clyde tra inseguimenti alla 007 e sparatorie sotto il sole alla Sergio Leone.
Ad interpretare i due ragazzotti sono Lorenzo Richelmy che fa Rossi ed un insolito Eugenio Franceschini che è BB e che nella nostra videointervista ci rivela: “io non aspettavo altro, queste sono le cose che a me riescono bene, se mi sono snaturato è stato altrove, qui è stato tutto istintivo, per me Una vita spericolata è una novità e anche il film più bello che ho fatto”. La Bonnie della situazione è invece Matilda De Angelis che mentre la vediamo sul piccolo schermo in Tutto può succedere 3, sul grande torna all’on the road dopo Il Premio: “Soledad è stata un bambina prodigio finita nel dimenticatoio che si definisce una fallita di 23 anni – ci racconta nella nostra videointervista – finisce in un giro di malaffare, incontra questi due ragazzoni di provincia inseguiti da chiunque e…”
Girato tra il Piemonte e la Puglia del regista, Una vita spericolata vanta un cast niente male dove spiccano i “cattivi divertenti” Massimiliano Gallo e Michela Cescon, ma si difendono pure Gigio Alberti, Mirko Frezza e Alessandro Bernardini, Pietro Cascella, Francesco Lattarulo, Gaetano Solfrizzi e Gianni D’Addario, camei doc come quello di Benedetta Porcaroli, Luigi Mastrangelo e Libero De Rienzo che ci riporta, quest’ultimo, a quel Santa Maradona del 2001, film d’esordio di Marco Ponti di cui Una vita spericolata è un po’ il seguito ideale: anche lì giovani spiantati dalla vita insoddisfatta uno dei quali, Bart, interpretato appunto da Libero De Rienzo, e un titolo preso da una canzone, in quel caso dei Mano Negra, stavolta di Vasco Rossi.
E non lo diciamo noi, ma lo stesso regista: “nel confronto finale tra i due protagonisti impersonati da Stefano Accorsi e Libero De Rienzo – spiega Marco Ponti – a un certo punto c’era questo dialogo: ANDREA ‘Se il meglio della vita dev’essere andare a farsi l’aperitivo alle sei… con la macchina fica nel posto fico… oppure la domenica allo stadio, in alternativa alla passeggiata in centro oppure ogni tanto al bar o al cinema, be’, ecco… diciamo che mi sono davvero rotto i coglioni!’ BART ‘Invece ti sentiresti molto più felice a fare, che ne so, un inseguimento con la polizia… a buttarti giù da un palazzo in fiamme, Bruce Willis? Oh, mi sentirei più felice anch’io, pensa un po’…’ Ecco, per un sacco di tempo ho pensato a un film che avrebbe divertito Andrea e Bart, un film per loro, e per quelli che avevano amato quel film. In fondo, in Santa Maradona, quei personaggi volevano solo uscire dalla loro situazione di stallo, di incapacità a trovare un posto dignitoso nella società. Insomma: volevano una vita. E come mi ha una volta detto Vasco Rossi, raccontandomi la genesi della canzone che dà il titolo a questo film: Avevo scritto “voglio una vita…” e poi mi sono chiesto com’era questa vita che volevo, e mi sono detto, questa vita deve essere come minimo spericolata. La vita dei personaggi di questo film deve essere così: come quella che sognavano Andrea e Bart, spericolata. Forse questo film parla di una cosa sola: di quanto sia importante avere una vita intensa, dignitosa, generosa e, ovviamente, spericolata. In ogni fotogramma ho cercato di dare la sensazione che tutto avesse un carattere adolescenziale, il momento della vita in cui la vita stessa, appunto, ti arriva addosso con la massima velocità possibile. Che tutto, come scriveva Kurt Cobain, avesse l’odore dello spirito adolescenziale: un film, spero, che smells like teen spirits”. Altra chicca, un bel pezzo intitolato Dove scappi creato per l’occasione da Samuel dei Subsonica sui titoli di coda. E ora la nostra videointervista a Matilda De Angelis ed Eugenio Franceschini: