Mai sottovalutare un rosato. Che non è un ibrido, una via di mezzo, un po’ così e un po’ cosà, ma ha un’identità tutta sua, è forte, è indipendente: c’è. E può nascere persino dall’amore. Lo ha dimostrato l’evento Valtènesi Experience 2024 Vino al centro cui ieri sera abbiamo avuto il piacere di partecipare nella sede di Gambero Rosso Academy a Roma, con Masterclass annessa guidata da Lorenzo Ruggeri assieme a Juri Pagani, del consorzio Valtènesi.
Seduti attorno a grandi tavoli rotondi elegantemente apparecchiati in rosso, abbiamo potuto degustare alla cieca una selezione di quattro vini Valtènesi, cui se n’è aggiunto sul finale un quinto a sorpresa, abbinati ad assaggi realizzati con estrema maestria dalle sapienti mani del resident chef della Gambero Rosso Academy Marco Brioschi, capace di trasformare, con creatività e passione, idee semplici in piatti gustosi e unici.
Ogni mescita di vino, rigorosamente rosé, anche se in alcuni casi quasi impercettibilmente con il rosa che si perde nell’oro, è stata accompagnata da una piccola magia culinaria, nell’ordine: ceviche di Ombrina con verdure croccanti, estratto di lattuga e crema di Avocado; battuta di manzo in salsa al tuorlo e tartufo nero; involtini di verdure saltate con salsa al pomodoro datterino; bao al vapore, con pancia di maiale arrosto, broccoletto ripassato e salsa Barbeque. Alla vegetariana che scrive l’entusiasmo è naturalmente schizzato alla stelle al terzo piatto, con l’agrodolce del datterino, il croccante dell’involucro e la morbidezza del ripieno da cui emergeva il sapore della melanzana, un insieme che dava ancor più brio al vino allegato, anche quello il mio preferito. Senza dimenticare i bocconcini di grissini al vino rosso…
Ma la particolarità di Valtènesi Experience 2024, peraltro curiosamente apprezzata, è che non ci è stato svelato il nome di nessun vino degustato – da qui la definizione di degustarzione alla cieca – ognuno, a dire il vero, migliore dell’altro, anche se nel primo caso siamo stati informati che si trattava di Groppello puro.
Siamo dunque stati felici di conoscere, grazie a Valtènesi Experience 2024, l’opera del lavoro della Valtènesi, famiglia di vignaioli e artigiani che tramanda di padre in figlio la tradizione del territorio della Riviera del Garda, la cui vocazione in rosa, che d’ora in poi sposiamo ancor più con entusiasmo, fu svelata, si racconta, da Pompeo Molmenti, senatore veneziano amante della viticoltura, quando nel 1896 mise a punto la tecnica di vinificazione in rosato del groppello dando vita al cosiddetto vino di una notte – così nominato perché bastavano poche ore alle uve pigiate con le bucce per ottenere la famosa colorazione rosa tenue – che dedicò con slancio alla moglie Amalia Brunati. Un vino, dunque, che sa anche romanticamente di amore e di passione.