Leone d’Oro alla carriera a Pedro Almodovar a Venezia 76, un premio che ha ricevuto oggi dalla Mostra Internazionale del Cinema a 36 anni dalla sua prima volta al Lido quando presentò L’indiscreto fascino del peccato, tornando poi in Laguna nel 1988 con Donne sull’orlo di una crisi di nervi portandosi a casa il Leone d’Oro per la sceneggiatura e ottenendo fama internazionale. “È senz’altro un premio importantissimo e un’emozione speciale – ha detto oggi Pedro Almodovar in conferenza stampa della quale trovate una videosintesi a fine articolo – ed è per me anche un atto di giusitizia politica“. Pedro Almodovar ha deciso sin da ragazzo che il suo futuro sarebbe stato nel cinema quando a 17 anni ha lasciato la sua famiglia e la sua casa di Calzada de Calatrava, nel cuore de La Mancha, per trasferirsi a Madrid a studiare cinema e a dirigere film. Con Tutto su mia madre nel 1999 ha vinto il suo primo Oscar per il Miglior film straniero ed è stato premiato come miglior regista al Festival di Cannes. Parla con lei nel 2002 ha vinto l’Oscar per la Migliore sceneggiatura. Nel 2004 La mala educación è stato scelto per aprire il Festival di Cannes. Nel 2006 ha presentato Volver a Cannes ottenendo il Premio per la miglior sceneggiatura e quello per la miglior interpretazione per le sei attrici del film guidate da Penélope Cruz, che per questo ruolo è diventata la prima attrice nominata all’Oscar per un film in lingua spagnola. Alcuni suoi film sono stati adattati per spettacoli teatrali, come Tutto su mia madre, e anche per musical, è il caso di Donne sull’orlo di una crisi di nervi.
“Almodóvar non è solo il più grande e influente regista spagnolo dopo Buñuel – ha detto il direttore della Mostra del Cinema di Venezia Alberto Barbera – ma l’autore che è stato capace di offrire della Spagna post-franchista il ritratto più articolato, controverso e provocatorio. I temi della trasgressione, del desiderio e dell’identità sono il terreno d’elezione dei suoi lavori, intrisi di corrosivo umorismo e ammantati di uno splendore visivo che conferisce inediti bagliori all’estetica camp e della pop-art a cui si rifà esplicitamente. Il mal d’amore, lo struggimento dell’abbandono, l’incoerenza del desiderio e le lacerazioni della depressione, confluiscono in film a cavallo fra il melodramma e la sua parodia, attingendo a vertici di autenticità emotiva che ne riscattano gli eventuali eccessi formali. Senza dimenticare che Almodóvar eccelle soprattutto nel dipingere ritratti femminili incredibilmente originali, in virtù della rara empatia che gli consente di rappresentarne la forza, la ricchezza emotiva e le inevitabili debolezze con un’autenticità rara e toccante”.
Oggi in conferenza stampa Pedro Almodovar ha ricordato i suoi precedenti alla Mostra del Cinema di Venezia, parlando del suo cinema e dei suoi colori, della politica nei suoi film, del suo ultimo capolavoro Dolor Y Gloria, con Antonio Banderas premiato come miglior attore a Cannes 2019, della libertà morale dei suoi personaggi, della sua Spagna. Ecco la videosintesi della conferenza stampa di Pedro Almodovar a Venezia 76: