Un cambio di prospettiva, di visione, di sguardi. Guardare, e non solo vedere o intravedere tra le immagini del Telegiornale, i migranti per quello che sono e per l’odissea vissuta, e cioè persone che a differenza di altre, nate dall’altra parte del loro mondo, non hanno possibilità di viaggiare in sicurezza ma che, per fuggire da guerre e povertà, sono costretti a giocarsi la vita in una scommessa che spesso, quasi alla fine, crudelmente se la porta via. E scavare nelle loro emozioni, sensazioni, paure e speranze. Lunghi applausi in sala e anche in conferenza stampa per Io Capitano, il film di Matteo Garrone portato in concorso a Venezia 80 e già nelle sale.
Io Capitano, cui ieri a Venezia è stato assegnato il Leoncino d’Oro istituito da Agis Scuola, racconta il viaggio avventuroso di Seydou e Moussa, interpretati da Seydou Sarr e Moustapha Fall, due giovani senegalesi che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa nonostante consapevoli dei rischi da correre. Un’Odissea contemporanea, che è per loro anche un viaggio di formazione, attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli del mare.
“Un viaggio epico“, lo definisce Matteo Garrone, regista, produttore e co-sceneggiatore con Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini e Andrea Tagliaferri di un film importante che racconta l’inseguimento di un sogno “in una sorta di controcampo rispetto alle immagini che siamo abituati a vedere dalla nostra angolazione occidentale, nel tentativo di dar voce, finalmente, a chi di solito non ce l’ha”.
Il regista romano si è avvalso del contributo di chi quel viaggio infernale l’ha vissuto per davvero, come Mamadou Kouassi, oggi mediatore culturale a Caserta, che quell’odissea l’ha attraversata realmente quindici anni fa. “Noi italiani siamo un popolo di migranti – ricorda poi Garrone – quindi in Io Capitano parlo di loro e parlo di noi. Per cui penso sia un film universale che tocca temi universali…
E si muove su un piano di realismo che in qualche modo mi rimanda a Gomorra, e su un piano più fiabesco e di astrazione fantastica che, per moltissime assonanze, mi rimanda invece al mio ultimo film Pinocchio”. Ecco come ne hanno parlato in conferenza stampa Matteo Garrone, Mamadou Kouassi, Seydou Sarr e Moustapha Fall: