Si intitola Quando trovo te (Sony Music) la canzone con cui Francesco Renga si presenta per l’ottava volta al Festival di Sanremo, la nona se contiamo anche la partecipazione con i Timoria nel 1991. “Il mio stato d’animo è mutato” racconta subito nell’incontro stampa di oggi e con lui parliamo anche di come stranamente e paradossalmente il termine positivo che Francesco Renga usa spesso in senso buono, sia in realtà diventata una parola che fa paura. Il tema della pandemia tiene banco: “questa situazione – spiega – ci obbliga a delle costrizioni, ma questo non toglie nulla al valore simbolico di questo Sanremo 2021 che rimarrà negli annali ed entrerà nella storia come un Sanremo unico, come del resto speriamo che sia. Per me comunque rimane un appuntamento imprescindibile per il mio lavoro, è sempre stato importante quando sono riuscito a partecipare perché avevo l’urgenza di un racconto“.
E il racconto di Quando trovo te ne contiene temi e speranze: “La canzone racconta proprio la normalità, l’esplosione di un ricordo che sale dall’anima che spesso è sinonimo di felicità – rivela Francesco Renga – Nel casino della vita e del quotidiano, credo sia salvifico rendersi conto che comunque a casa c’è qualcosa di bello che ti aspetta e che collima con la felicità. Quando trovo te racconta di un uomo che cammina per la strada ed è in preda a un tormento e ad una frustrazione che sono esistenziali e negativi, e che a un certo punto lo portano a ricordarsi di qualcosa che, più che dimenticato, aveva nascosto. Io non solo credo nell’oblio salvifico, cioè in quei ricordi che dimentichiamo perché ci salvano la vita, ma credo che ci siano dei ricordi che teniamo ben custoditi, nascosti nel profondo della nostra anima per tutelarli e proteggerli dalla frenesia e dal casino delle nostre esistenze, e quando riaffiorano ci portano ad una situazione di normalità che spesso coincide con la felicità; sono quelle piccole cose di ogni giorno che a me danno la vita, come lo sguardo dei miei figli o della mia compagna, il profumo di una casa o di qualcosa che stai cucinando, il ricordo di un abbraccio, piccole cose quotidiane che teniamo nascoste per non depauperarle e svilirle nella nostra quotidianità sbagliata“.
E allora gli chiedo se il dimenticare come rimozione, e quindi come meccanismo di difesa, se quell’oblio salvifico di cui parla, potrebbe farci dimenticare un giorno questa pandemia e se lui lo metta in pratica, se cioè nella sua vita non abbia mai dimenticato, o meglio nascosto, qualcosa di importante, e lui, come potete vedere dal video a fine articolo, mi risponde che “sì, nascondo tutt’ora, e il più delle volte sono cose che riaffiorano nei testi delle canzoni che scrivo, proprio perché la mia difficoltà comunicativa è profonda e radicata, e perché io credo che l’artista usi la propria ansia per raccontarsi e raccontare il mondo che vede, che lo attraversa e che in qualche modo si nasconde dentro di lui con i propri demoni, i propri fantasmi, le paure… Credo che riusciremo a dimenticare… non lo so, cercheremo di farlo ma, sai, ogni esperienza della nostra vita, ogni cosa che facciamo, che viviamo, in qualche modo ci cambia, quindi saremo tutti in qualche modo diversi, e questo cambiamento non riusciremo a dimenticarlo perché ci avrà comunque resi delle persone diverse e io continuo a sperare anche migliori, se possibile“.
Dopo Sanremo 2021, Francesco Renga tornerà live da maggio con Insieme tour nei principali teatri italiani. Incrociando le dita, le date già confermate sono il 14 maggio al Teatro Colosseo di Torino, il 16 maggio al Teatro degli Arcimboldi di Milano, il 17 maggio all’Europauditorium di Bologna, il 21 maggio al Teatro Dis_Play di Brescia, il 24 maggio al Teatro Team di Bari, il 26 maggio al Teatro Augusteo di Napoli, il 28 maggio al Teatro Brancaccio di Roma, il 30 maggio al Teatro Verdi di Firenze. Il nostro videoincontro con Francesco Renga: