L’anno scorso a Sanremo la festa per i cinquant’anni de La prima cosa bella, quest’anno i Ricchi e Poveri celebrano il mezzo secolo di Che sarà con la puntata speciale che Rai 1 dedica loro proprio questa sera intitolata appunto Che sarà sarà e con un doppio album che invece ha l’altisonante e significativo titolo di Reunion fuori venerdì 26 febbraio. Dentro soltanto, si fa per dire, 21 grandi successi dagli anni Sessanta ai Novanta, molti dei quali cantati per la prima volta dalla formazione originale a quattro composta da Angela Brambati, Angelo Sotgiu, Marina Occhiena e Franco Gatti, perché nell’81 lasciò il gruppo Marina Occhiena e i Ricchi e Poveri restarono in tre, e nel 2016 se ne andò pure Franco Gatti, mentre Angela Brambati e Angelo Sotgiu hanno continuato a fare la storia della musica, la loro. In Reunion, prodotto dalla DM Produzioni e distribuito da Sony Music Entertainment Italy, anche la partecipazione speciale di Josè Feliciano: fu lui a cantarla a Sanremo 1971 in abbinamento ai Ricchi e Poveri ed è l’artista portoricano a reinterpretarla di nuovo in questo doppio album dei ricordi e della celebrazione della band italiana probabilmente più famosa nel mondo. Nuovi anche gli arrangiamenti curati dal maestro Lucio Fabbri, soprattutto quelli del repertorio degli anni Settanta che suona più moderno, aggiungendo inoltre un nuovo effetto ensamble per i pezzi cantati in quattro invece che in tre, quelli cioè dagli anni Ottanta e Novanta. Non solo un disco dunque, per quanto doppio (anche se manca la mia canzone preferita targata 1972 legata ai miei ricordi d’infanzia e intitolata La figlia di un raggio di sole, lato B di Pomeriggio d’estate e, ovviamante, gliel’ho fatto notare e loro mi hanno promesso solennemente di inserirla nel loro prossimo disco), ma una storia, cominciata a Genova nel 1967 quando quattro ragazzi con la passione della musica hanno deciso di mettersi insieme e di provarci, e da un primissimo singolo intitolato L’ultimo amore che era la versione italiana di Everlasting Love dei Love Affair, uscito nuovamente l’anno scorso rivisitato e riarrangiato da Matteo Cantaluppi con sonorità dance anni Novanta e con tanto di videoclip che ritrae i magnifici quattro a cartoni animati, prodotto sempre da DM Produzioni, ideato da Alessandro Cavaliere, disegnato e animato dal giovane illustratore Gabriele Caverzan: il racconto è quello di un viaggio musicale lungo mezzo secolo a bordo della decapottabile di Angelo che dall’Italia li condurrà nei Paesi dell’Est, negli Stati Uniti e in Sud America, tappe fondamentali della loro carriera nelle quali calcano i palcoscenici più prestigiosi del mondo, fino a Sanremo 2020. Fu Franco Califano a scoprirli e sempre lui a chiamarli Ricchi e Poveri in occasione di un aneddoto che ci raccontano loro stessi nella nostra videointervista di cui sono particolarmente felice, anche per la loro verve ancora contagiosa e della loro disponibilità persino a cantare insieme.
“Incontrare per la prima volta i Ricchi e Poveri nel mio studio per mettere le basi del loro nuovo album è stato da subito sorprendente – rivela Lucio Fabbri – Angela, senza esitazione, mi ha detto: “Noi vogliamo che sia un disco rock!”, e pochi istanti dopo, tutti insieme, si sono messi a cantare a cappella alcuni brani di Crosby, Stills, Nash & Young, rivelando le loro origini musicali a dispetto dell’immagine “pop” che hanno sviluppato nel corso della loro carriera. Un’altra sorpresa è stata poi scoprire la loro passione anche per Beatles, Bee Gees, Queen e per tutti i grandi gruppi vocali della storia del rock. È stato, dunque, molto facile trovare una sintonia con loro, che ci ha portato a realizzare un album di grandissimo spessore artistico, non esattamente un disco rock, se mai lo definirei un disco ‘anche’ rock, e certamente un disco storico, unico e con un respiro musicale decisamente internazionale”. Ecco la mia videointervista ai Ricchi e Poveri: