, il concerto spettacolo che Renato Zero ha portato in giro per l’Italia l’estate scorsa, con la voce di Dio che è quella di Pino Insegno e Gigi Proietti che compare in video nel ruolo del barbone dinamitado e aspirante suicida Gigi, approda al cinema come evento speciale da lunedì 19 a mercoledì 21 marzo con Lucky Red e Tattica. È stato lo stesso Renato Zero a presentare alla Casa del Cinema di Roma il film (come potete sentire dal video a fine articolo) che, oltre a contributi inediti, ripropone gran parte dello show tenuto all’Arena di Verona e che lo vede capotreno in una strana stazione dove i passeggeri che vanno e passano si chiamano Amore, Odio, Tempo, Vita, Morte, Enne Enne, Adamo ed Eva.
“Trovo molto adeguato il fatto di considerare anche il passaggio dei tempi e la crescita personale che è anche poi, tutto sommato, questa necessità di spazio, di non essere reclusi in una playlist di successi – dice Renato Zero – ad esempio in Zerovskij Solo per amore tra le poche cose che ho recuperato ci sono Marciapiedi e Motel, per dire due titoli tra tutti: farli vivere oggi, anche quella è una prova di forza, nel senso che questi due brani oggi sembrano scritti domani. Si cresce. Quando andai a Sanremo e cantai Vecchio (Spalle al muro) era il 91, avevo 41 anni, un po’ presto per cantare Vecchio, ma anche queste anticipazioni fanno parte di una liturgia più teatrale che musicale, dove bisogna essere pronti a saltare da Shakespeare a Moliere con una certa disinvoltura. E dobbiamo abituare anche il pubblico a questa variante, a queste modificazioni di un assetto che altrimenti diventa consunto, non abbiamo da inventare più nulla, da stupirci di nulla. A me piace aver realizzato l’opera di Zerovskij proprio perché mi da finalmente la sensazione di essere riuscito ancora una volta a lasciare questi… non dico luoghi comuni, perché sarebbe ingiusto per quello che ho scritto e rappresentato, però insomma di cercare un po’ di aprire queste finestre e far circolare l’aria”.
Perfetto, poi, il connubio tra Zerovskij Solo per amore e il cinema: “io credo che sia stato un sodalizio perfetto perché vedere l’espressione degli attori, i particolari, i dettagli, persino l’Arena di Verona era quasi scomparsa a un certo punto, perché avrebbe potuto in qualche modo essere anche limitativa per il rapporto, non tanto con il pubblico di Verona quanto con quello del cinema. Invece in questo caso c’è stata un fusione, io il film l’ho visto a casa e mi sembrava di stare all’Arena pure io… È talmente felice questa cosa come condizione cinematografica che ha impresso anche un ulteriore accelerazione emotiva al lavoro”.
E se gli chiedi qual è stata la sua ispirazione “in questa circostanza sono stato abbastanza solo – ti risponde Renato Zero – non ho voluto attingere, in questi lavori si è chiamati in prima persona e metterci del nostro, l’unico inopportuno era Gigi Proietti, ma ha avuto anche lui un notevole peso in Zerovskij perché ha rappresentato in fondo quella fascia di persone che ostinatamente non vogliono indossare nessuna uniforme, nessun colore politico, questa anarchia del barbone Proietti io l’ho sposata da sempre, perché mi piace rispettare tutti ma mi piace pure essere rispettato”.
E a proposito del sottotitolo, Solo per amore: “c’è da parte di tutti i protagonisti questo invito, persino la Morte è in grado di formulare questa ipotesi, soprattutto quando parla dell’eutanasia e mette a nudo in qualche modo questo voler imputare a una macchina la facoltà di renderci la vita ancora più inferno di quello che è, in un momento doloroso dove tutto sembra destinato ormai al silenzio, invece lei addirittura sta lì con una mano sulla fronte di chi se ne sta andando s’è già messa d’accordo per portarli via. Anche questa loro partecipazione è amore, è amorevole l’atteggiamento della Vita come lo è quello del Tempo che ci raccomanda di non farci prendere la mano da questo progresso, che spesso ci induce a dover rinunciare alla nostra libertà individuale”.
Ed ecco alla fine il messaggio e il monito di Zerovskij Solo per amore: “guardiamo in alto, guardiamo in basso, perché in alto c’è Dio e in basso c’è la miseria umana – chiosa Renato Zero – ci sono i disagiati, quelli che non riescono a salire un gradino anche perché non glielo fanno salire, e guardiamo avanti anche, che avanti c’è il futuro delle generazioni dopo di noi, ci sono i nostri figli, i nostri nipoti, che vogliono garantita non l’immunità, ma un percorso che sia leale, dignitoso, che tenga conto anche del fatto che non è colpa loro. Questo fatto ad esempio, e voglio essere polemico nella politica, che si nasce con 30mila euro di buffi, questo lo trovo allucinante. Noi pensiamo a cancellare il debito dell’Africa, che certo sarebbe magnifico che non avessero alcun debito in quelle zone del mondo, ma poi pensiamo che nostro figlio nasce con 30mila euro di buffo senza aver firmato nulla, senza aver contratto nessun impegno con nessuno. Allora voglio dire, basta guardare Adamo ed Eva, porelli, che litigano per un paio di scarpe di Louis Vuitton e qui capiamo che dobbiamo stare molto attenti, teniamo d’occhio Adamo ed Eva che sono ancora tra noi, ragazzi…” Tutto nel video: